Tre donne che hanno segnato la storia della Romagna | Consorzio Vini di Romagna
marzo 2022 | Tradizione

Tre donne che hanno segnato la storia della Romagna

Celebrare l’8 marzo significa prendere coscienza che la presenza femminile è molto più dell’«altra metà del cielo». Le donne hanno avuto un peso specifico nella storia, anche in quella della Romagna, contribuendo in modo determinante a fare di noi quello che siamo oggi. In questo post ricordiamo - e celebriamo - tre grandi donne della Romagna, troppo a lungo misconosciute, tributando loro il giusto riconoscimento.

Tre donne che hanno segnato la storia della Romagna | Consorzio Vini di Romagna

Francesca da Rimini (1260 – 1285)

Come non citare, fra le celebri figure femminili di Romagna, Francesca da Rimini, la “Francesca di Dante”, condannata all’inferno per aver amato un uomo fuori dal matrimonio?

La triste storia di Francesca fu, purtroppo, biografia vera, da iscriversi alla cronaca nera del ‘200. Figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, fu data in sposa a Gianciotto Malatesta, condottiero che combatté nella guerra contro la famiglia rivale dei Traversari. Ebbe la “sfortuna” di innamorarsi del fratello di suo marito, Paolo, con il quale intrattenne una relazione adulterina.

Scoperti da Gianciotto, come raccontano Dante e altri cronisti dell’epoca, i due furono uccisi dalla sua gelosia – e dalla spada. La pietà con cui Dante ci racconta di questo amore – illegittimo per i canoni dell’epoca, ma talmente sincero da essere commovente – fanno di Francesca da Rimini il simbolo di quelle eroine femminili che, pur schiacciate da un sistema patriarcale, hanno saputo ribellarsi e rischiare tutto per seguire il proprio cuore. 

Christine de Pizan (1364-1430)

Originaria di Pizzano, piccolo borgo sulla punta estrema delle colline romagnole occidentali, Christine fu scrittrice e storiografa, sorprendente autrice di alcuni fra i più antichi documenti che si possono definire “femministi” per l’attenzione e la delicatezza con cui tratta il tema delle donne e i loro diritti.

Nata in Romagna crebbe alla corte del re Carlo V di Francia. È conosciuta per essere la prima scrittrice di professione, perché alla morte del marito mantenne i suoi figli attraverso le sue composizioni letterarie. Fu a capo – cosa incredibile per l’epoca – di uno studio scrittorio in cui si producevano manoscritti e testi miniati.

Christine de Pizan ci ha lasciato poesie, “romanzi”, biografie, commenti politici e religiosi in cui difende l’istruzione delle donne, l’uguaglianza dei generi, le virtù e le prerogative del suo genere. Tra i suoi scritti più celebri c’è Le Livre de la Cité des Dames, uno dei primi esempi di raccolta di biografie di donne famose. Donò il libro alla regina isabella di Baviera per contrastare l’idea medievale – assai diffusa – che le donne fossero “uomini mancati”, figlie del vizio e della lussuria.

Caterina Sforza (1463-1509)

Donna di incredibile fascino, spavalderia e coraggio, Caterina Sforza è forse la più celebre donna del Rinascimento italiano.

Celebrata in film, serie tv e persino videogiochi, fu ribattezzata la «Leonessa di Romagna» per la sua attitudine guerriera, che la vide scendere in campo nella difesa dei suoi possedimenti di Imola e Forlì, dote del marito Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L’episodio più celebre della sua biografia è la presa di Castel Sant’Angelo, a Roma, con la quale dimostrò di essere una donna emancipata, pronta a tutto per difendere i suoi diritti. Nel 1480, quando Papa Sisto IV morì, a Roma scoppiò il caos.

Timorosa di perdere la signoria su Imola e Forlì, Caterina – che era incinta! – si mise al comando di una guarnigione: conquistò Castel Sant’Angelo e puntò i cannoni sul Vaticano, dove i cardinali si riunivano per il conclave. Minacciò di fare fuoco fino a che non gli venne promessa una ingente somma di denaro e il pieno possesso dei suoi beni in Romagna. Caterina fu celebre per la forza d’animo, ma anche per la cultura. Durante la sa vita si dedicò alle più svariate attività, fra le quali primeggiò in alchimia, nella caccia e nella danza. Durante la sua reggenza a Forlì, con lo speziale forlivese di fiducia Ludovico Albertini creò prodotti di bellezza e rimedi medicinali dedicati alle donne.

Le sue fortune furono però spezzate dall’avanzata dei Borgia, che sul finire del ‘400 conquistarono la Romagna e la esiliarono a Firenze, dove Caterina si dedicò all’educazione dei figli e agli esperimenti di alchimia.