Nonostante le enormi difficoltà, lo scorso anno si è chiuso con un bilancio ottimista. Come vede questo 2024?
Abbiamo avuto un 2023 estremamente impegnativo, le cui difficoltà hanno messo alla prova anche i più esperti produttori romagnoli. Nonostante ciò, la produzione ha registrato buoni risultati, seppur con un lieve ridimensionamento. Relativamente alle nostre DOP è incoraggiante notare che l’eventuale incremento dei fatturati da parte delle aziende è probabilmente il riflesso non solo dei prezzi di listino più alti ma anche di un innalzamento nella scelta di qualità da parte dei consumatori.
Questo 2024 si prospetta tosto: le preoccupazioni per il contesto instabile – dalle tensioni geopolitiche agli aumenti dei costi e ai timori per la diminuzione dei consumi – sono palpabili in tutto il mondo del vino. Tuttavia, nonostante questi ostacoli, siamo determinati a mantenere un atteggiamento proattivo e ad affrontare le sfide che il 2024 ci riserva con la stessa grinta che ci ha permesso di superare un anno come quello passato.
Ci sono già considerazioni da fare dopo queste prime settimane dell’anno?
È ancora presto per trarre conclusioni definitive, soprattutto considerando che gennaio è un mese poco significativo per valutare il trend annuale. Guardando alle giacenze ufficiali, il settore vitivinicolo italiano inizia questo anno con valori vicini ai minimi storici, nonostante gli allarmismi, e per ora il consumo non ha subito una diminuzione significativa. Siamo in una fase di aggiornamenti di listino e stiamo monitorando attentamente l'andamento del mercato.
Anche quest’inverno, il cambiamento climatico si sta facendo sentire, con temperature sopra la media.
Purtroppo, sembra che gli inverni caldi e siccitosi siano diventati una sorta di nuova normalità. Questo sta inevitabilmente influenzando le nostre attività; la partenza anticipata del ciclo vegetativo potrebbe infatti comportare grossi problemi nel caso di ritorni di freddo, ma speriamo che tutto proceda nel migliore dei modi.
I produttori seguono con attenzione le evoluzioni climatiche implementando pratiche agricole e tecniche di gestione che consentano loro di continuare a garantire la qualità dei loro prodotti. È una sfida che richiede costante adattamento, ma siamo determinati a mantenere gli standard di eccellenza che contraddistinguono i vini di Romagna.
Quali sono gli obiettivi del Consorzio per quest’anno?
Il nostro obiettivo principale per il 2024 è senz’altro continuare a innalzare gli standard qualitativi dei nostri vini, valorizzando le specificità del nostro territorio: vogliamo far fronte alla eventuale flessione nei consumi e alla rinnovata e crescente ricerca di qualità del consumatore offrendo il nostro meglio, distinguendoci sul mercato e mantenendo comunque prezzi equilibrati.
Come missioni consortili, ci proponiamo di ampliare la visibilità dei nostri marchi sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, attraverso strategie di marketing mirate e una presenza più incisiva sui canali di distribuzione e di comunicazione. Allo stesso tempo, riteniamo fondamentale promuovere l'innovazione nei format e nelle attività di promozione, adattandoci ai cambiamenti del panorama vinicolo e alle nuove esigenze di consumatori e addetti al settore.
In che modo il Consorzio affianca i suoi consorziati?
Il Consorzio Vini di Romagna svolge un ruolo cruciale nel supportare i suoi associati attraverso un approccio inclusivo e collaborativo, garantendo che ogni membro abbia la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni e alle attività del Consorzio, indipendentemente dalle dimensioni aziendali. Riconosciamo che ogni voce è importante e che insieme possiamo raggiungere risultati migliori.
Lavoriamo nella comunicazione e promozione per aumentare la visibilità dei nostri produttori e dei loro vini sul mercato nazionale e internazionale, cercando anche di promuovere un senso di appartenenza e collaborazione all'interno della comunità dei viticoltori di Romagna – che è ciò che ci ha permesso di affrontare momenti difficili come quelli dell’anno passato.