Il territorio di Predappio si
sviluppa su due vallate parallele, quelle dei torrenti Rabbi e Bidente;
i vigneti crescono ad elevazioni varie – dai circa 100 metri sul livello del
mare nei pressi di Forlì, fino a raggiungere i 400 metri nelle aree più elevate
di San Zeno e Galeata. I suoli, qui, sono eterogenei e variabili, grazie ad
un’articolata struttura geologica.
La sottozona può essere suddivisa
in sei aree principali - Predappio Alta, Fiumana, Ravaldino,
Vecchiazzano, Cusercoli, San Zeno. A nord, i suoli spaziano dalle argille
tenaci alle sabbie plioceniche, producendo vini vigorosi e tannici,
ideali per l’invecchiamento. Nella parte nord-est, i terreni argillo-calcarei
e le intrusioni arenacee danno vita a vini più avvolgenti e intensi nel
frutto, mentre a ovest, su suoli argillosi e compatti, si ottengono
vini con una spiccata ruvidezza tannica e una leggera nota amarognola.
Verso sud-ovest, i terreni marnoso-gessosi conferiscono ai vini una struttura
solida e una particolare mineralità. Infine, lungo la valle del Bidente
e nelle aree più elevate di San Zeno, i suoli ricchi di arenaria producono
Sangiovese freschi, con un frutto succoso e sensazioni vegetali leggere,
caratterizzati da eleganza e agilità.
La viticoltura a Predappio vanta
una storia antica. Già negli statuti comunali del 1383 si trovano
riferimenti alla viticoltura, con regolamenti precisi che imponevano la
recinzione delle vigne e limitavano la vendita di vini forestieri fino a
esaurimento del "vino nostrano". Nel corso dei secoli, la
produzione vinicola è rimasta parte integrante della vita e dell’economia del
territorio. Oggi, Predappio continua a rappresentare uno dei territori più
importanti per la produzione del Sangiovese in Romagna; la ricchezza dei suoli,
la varietà climatica e l’antica tradizione vitivinicola fanno di questa
sottozona un punto di riferimento per chiunque voglia scoprire le tante
sfumature del Sangiovese romagnolo.
La Rocca di Predappio
Immersa nella storia, la Rocca di
Predappio è un'affascinante fortezza risalente al 1283, costruita da Giovanni
d'Appia, consigliere e comandante delle truppe del papa Martin IV inviate
in Romagna per riconquistare le terre cadute sotto la dominazione ghibellina,
di cui Dante fa cenno nel XXVI canto. Dopo una sconfitta, Giovanni si
rifugiò su questo colle e fece erigere il castello, dando vita al nome del
borgo stesso: Predappio, da prè - pietra in dialetto romagnolo. Oggi, la
Rocca si trasforma in un palcoscenico per eventi speciali, aprendo le sue porte
solo in occasioni selezionate durante l'estate.