La sottozona di Meldola può contare quasi esclusivamente sui pochi vigneti coltivati lungo il tratto terminale del torrente Voltre, a quote che oscillano tra i 100 e i 150 metri.
I suoli, soprattutto verso nord, hanno un prevalente contenuto di argille rosse – terre brune poco profonde che ricordano quelle di Serra e parte di Oriolo, ma con maggior presenza di calcare –; in prossimità di Gemmano si arricchiscono di marne gessose e, nelle poche eccezioni a maggior altitudine, di marne calcaree.
In passato, Meldola e il suo comprensorio erano considerati fra le zone più interessanti per il Sangiovese; oggi, i vini che nascono in questa zona sono caratterizzati da colori intensi, corpo solido e una piacevole nota tannica, che ne favorisce l'invecchiamento.
Degna di nota – e visita – a Meldola è la splendida Rocca di origine altomedievale: edificata tra il X-XI secolo, appartenne alla Chiesa di Ravenna per poi passare sotto il domino della famiglia Cavalcaconte, conti di Bertinoro. Nell’anno 1500 Pandolfo IV Malatesta vendette Meldola a Cesare Borgia; fra il 1503 e il 1509, sotto il dominio della Repubblica di Venezia, la fortezza subì alcuni restauri che permisero la sua trasformazione da presidio militare a residenza signorile.Verso la fine degli anni ’90, il Comune di Meldola ha dato inizio ai lavori di recupero dell’intero complesso architettonico, ad oggi in restauro.