La selezione del Touring Club è severa, e i criteri di assegnazione comprendono la tipicità e la valorizzazione dell’identità e della cultura del borgo; l’accessibilità alle risorse museali e naturalistiche, un adeguato sistema di offerta turistica, nonché un’attenzione alla conservazione dei centri storici e dell’ambiente naturale.
In Emilia-Romagna le bandiere arancioni sono 21, di cui 11 nelle tre provincie romagnole della Regione: Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. In questo post scopriamo quali sono i borghi bandiera arancione della provincia di Rimini, la loro storia e i principali punti di interesse.
Montefiore Conca
«Quindi mutando bestie e cavallari / Arimino passò la sera ancora; / né in Montefiore aspetta il mattino / e quasi a par col sol giunge in Urbino».
Citata dall’Ariosto nel suo Orlando Furioso, Montefiore Conca è un meraviglioso borgo perso tra le colline al confine tra le Marche e la Romagna, finestra d’eccezione sulla valle del fiume Conca. Il suo centro storico, ben conservato, si abbarbica attorno al monumento più importante della zona, il Castrum Montis Floris, imponente e squadrata fortezza trecentesca che la famiglia Malatesta acquistò dal papa e arricchì di affreschi e ornamenti. La rocca e il suo castello sono le attrazioni principali di questo piccolo comune, che offre meravigliose vedute sulla valle circostante, dominata dai monti Faggeto e Auro, meta di passeggiate naturalistiche e meravigliosi castagneti, fonte d’ispirazione per la Sagra della Castagna, la più antica della provincia riminese.
Pennabilli
Posto nei pressi del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, Pennabilli sorge al centro di un meraviglioso anfiteatro naturale. Fin dall’antichità fu luogo di riposo e villeggiatura, riconosciuto per l’amenità della sua accoglienza: un luogo dell’anima, come venne definito dal poeta Tonino Guerra, la cui definizione è stata d’ispirazione per l’attuale museo all’aperto dei Luoghi dell’Anima, singolare “raccolta” che mette insieme sette diverse esposizioni artistiche collocate tra il borgo e il suo circondario.
A proposito di “anima”, Pennabilli è riconosciuta nel mondo anche per la sua cultura tibetana. Nel 2005 fu visitata dal Dalai Lama, che donò alla comunità la campana di Lhasa, oggi conservata sulla cima del Roccione, testimonianza della missione di padre Orazio Olivieri, che proprio da Pennabilli iniziò la sua opera di evangelizzazione nella regione himalyana e fu uno dei grandi promotori del dialogo interreligioso tra cattolicesimo e buddhismo.
Particolarità di Pennabilli è la ricchezza culturale. Oltre al museo dei Luoghi dell’Anima, meritano una visita il Museo Diocesano, che raccoglie opere e oggetti provenienti dalle chiese e cappelle del Montefeltro; il Museo del Calcolo, che raccoglie strumenti e allestimenti didattici dedicati al mondo della matematica; e il Museo del Parco Sasso Simone e Simoncello, dedicato alle risorse naturali e faunistiche dell’area.
San Leo
Nel cuore del Montefeltro, tra Toscana, Marche e Repubblica di San Marino, San Leo è un meraviglioso borgo medievale fortificato, costruito su di uno spettacolare sperone di roccia che termina con un’imponente fortezza, edificata a strapiombo della rocca. Visitare San Leo è un viaggio nella storia medioevale. La sua posizione di confine lo rese teatro di guerre tra i regnanti della zona, i Malatesta, i Montefeltro e lo Stato della Chiesa, che si contesero la suggestiva, e ben difendibile fortezza, la cui visita vale il viaggio.
Verucchio
Citato da Dante nella sua Commedia, Verucchio (con una sola “r”) domina la Valmarecchia tra mare e collina. Fu luogo natale del “Mastin Vecchio”, quel Malatesta da Verucchio dai cui lombi discese la più bellicosa famiglia del riminese. Verucchio offre scorci mozzafiato, adagiata come si trova tra due colline, un tempo sormontate da poderose fortezze. Una delle quali, la Rocca Malatestiana del Sasso, passò alla storia per essere stata invincibile. Da visitare anche il convento degli Agostiniani con la chiesa trecentesca, che oggi ospita oggi il Museo civico archeologico.