La Romagna offre meravigliosi paesaggi naturali e aree protette ideali da visitare in primavera. Una di queste è il parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, situato nell'entroterra romagnolo tra Imola e Faenza, un'area naturale protetta di oltre duemila ettari che si distingue tra le eccellenze dell'Appennino settentrionale come unica catena montuosa costituita quasi esclusivamente da gesso.Accedere al Parco è un’avventura geologica e paesaggistica senza pari, inedita e affascinante. La Vena del Gesso è tagliata perpendicolarmente da tre vallate fluviali principali (Santerno, Senio, Sintria), più una quarta che la lambisce ad oriente (Lamone): vallate profondamente scavate dall’erosione dei fiumi, ricchissime di grotte, pertugi e abissi che creano uno spettacolare sistema carsico, imperdibile per gli amanti della speleologia.Ma il parco è godibile da tutti, anche i non esperti. Ci sono decine di percorsi naturalistici affrontabili tranquillamente a piedi, che godono di paesaggi mozzafiato all’interno di una natura pressoché incontaminata. Quello che vi proponiamo è un itinerario di avvicinamento al parco. Due o tre soste imperdibili prima di mettersi gli scarponi e avventurarsi all’interno della Vena del Gesso Romagnola. Ricordatevi sempre di fare escursioni in sicurezza e di non avventurarvi mai nelle grotte senza la guida di un esperto.
Impossibile mancare Faenza prima di avventurarsi lungo la Vena del Gesso. Questa bella cittadina di pianura sorge sulla Via Emilia, tra mare e collina, a metà strada tra Bologna e Rimini. Signoria della famiglia Manfredi, Faenza fu un importante punto d’incontro politico e culturale tra Romagna e Toscana e venne abbellita da monumenti di indubbio fascino. Lasciatevi stupire da Piazza del Popolo, delimitata da porticate su cui si affacciano il Palazzo del Podestà e il Palazzo Municipale. Visitate il quattrocentesco Duomo, che custodisce numerose opere d’arte del periodo rinascimentale.
Curiosità
Non dimenticate di fare un salto alla Fontana Monumentale, vanto di una delle prime città Romagnole a dotarsi – nel XVII secolo – di un acquedotto pubblico. Faenza, infine, è citta di ceramiche. Le prime botteghe sorsero a partire dall’anno Mille per l’abbondanza di terreni argillosi. Le tecniche degli artigiani si arricchirono di influenze bizantine, arabe e orientali, fino a sviluppare l’odierno carattere delle maioliche bianche, oggi apprezzate in tutto il mondo.
Da Faenza, proseguendo verso i colli lungo la Provinciale 302, non si può mancare Brisighella, delizioso borgo alle pendici dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’antico centro di origine medioevale si distingue per la vocazione all’ospitalità e al turismo sostenibile.
Brisighella è stata inserita dal Touring Club fra le Bandiere arancioni di Romagna, ovvero fra i borghi più belli d’Italia. Il paese è posto ai piedi di pinnacoli di gesso su cui poggiano la Rocca Manfrediana del XV secolo, la Torre detta dell’Orologio e il Santuario del Monticino del XVIII secolo. Una delle peculiarità urbana di Brisighella è quella di essere stata edificata sugli affioramenti evaporitici del margine orientale della Vena del Gesso. Per gli amanti della geologia esiste anche uno spettacolare itinerario urbano sui gessi che parte da piazzetta Porta Gabalo e consente di capire il profondo rapporto tra gli abitanti e il sottosuolo.
Brisighella è il punto perfetto da cui accedere a Parco. Qui capirete davvero il mosaico paesaggistico che compone la Romagna.
Osserverete come il dolce profilo dei colli venga solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea: è il più lungo è il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia, si sviluppa per 25 km e ha una larghezza media di un chilometro e mezzo. Peculiarità geologiche che hanno, naturalmente, un impatto anche sui vini prodotti in questa zona, caratterizzati da una sorprendente mineralità e freschezza.
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