In Romagna, ricopre la metà delle superfici coltivate a vigneto, la maggior parte in provincia di Ravenna, ed è apprezzato per la vigoria e la resistenza agli attacchi fungini. Viene protetto dalla Denominazione d’origine «Romagna Trebbiano» che ne riconosce la storicità e la vocazione, permettendo tre diverse tipologie di vinificazione: tranquillo, frizzante e spumante.
La famiglia del Trebbiano è grande, si potrebbe definire “allargata”. Esistono infatti molti biotipi di Trebbiano in altrettante Regioni italiane (Toscana, Abruzzo, Lazio…) che, nel corso dei secoli, si sono differenziati in base al terroir di coltivazione.
In Romagna ha prevalso il Trebbiano Romagnolo, che è proprio la varietà ammessa dal disciplinare per la vinificazione, segno distintivo della sua identità. Caratteristica del Trebbiano Romagnolo è l’ottima acidità (che per i non addetti ai lavori significa «freschezza»): è un vitigno generoso, che, se vinificato con passione e attenzione, regala vini piacevolissimi e delicati, perfetti in ogni occasione, specie quando arriva la bella stagione.
Girando per le campagne romagnole e parlando con i vecchi contadini, si può facilmente scoprire l’amore per il Trebbiano. È infatti un vitigno generosissimo, che ha sempre consentito abbondanti raccolte – specie quando la quantità di uva poteva fare la differenza sull’economia domestica (si pensa addirittura che, nell’antichità, fosse diventato il vino dei legionari grazie alle rese abbondanti che assicurava). Per la sua duttilità, il Trebbiano veniva utilizzato, ad esempio, per la distillazione del Brandy, un po’ come l’Ugni Blanc (anch’esso parente del Trebbiano) fa oggi all’interno della filiera produttiva del Cognac.
Oggi, che alla quantità si preferisce la qualità, i vignaioli della Romagna sanno molto bene come moderare le rese del “generoso” Trebbiano e ottenere un vino eccellente, espressione del suo territorio e inno alla piacevolezza del bere. Si assiste così ad una lenta e graduale rinascita del Romagna Trebbiano Doc, specie nella sua versione Spumante.
Il Romagna Trebbiano è senza ombra di dubbio il naturale protagonista di una beva facile e conviviale, freschissima d’estate, adatta ad accompagnare l’aperitivo e i piatti di pesce. Anche da solo, appena tratto dal frigo, si presta ad una pausa rinfrescante. Lo si può tranquillamente scegliere per aperitivi 100% Made in Romagna a base di piadina, salumi, squacquerone o altri formaggi freschi.
Il quadro olfattivo del Romagna Trebbiano Doc è delicatissimo, armonico, ben bilanciato con la bocca che, come abbiamo detto poc’anzi, presenta una meravigliosa acidità, pronta ad invitare ad un nuovo sorso. È un vino non molto corposo e non molto strutturato, che acquisisce struttura e corpo nelle coltivazioni collinari. Una denominazione, insomma, da condividere con gli amici, in qualsiasi occasione, perché le sue note fresche e vibranti non stancano mai… e fanno venir voglia di un altro bicchiere!
Una curiosità
Il mosto di Trebbiano Romagnolo si usa anche come mosto cotto per ottenere un’altra incredibile eccellenza locale: l’Aceto Balsamico di Modena Igp e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop.