Dopo un percorso per gruppi tematici affrontato dal Consorzio Vini di Romagna nell’estate 2020, che ha portato a riflettere su valore, identità, ruolo e racconto dei vini DOP e dei territori romagnoli, prende ora forma concreta un progetto che consente al Consorzio di condividere la ricchezza dei contenuti emersi.
È nato così “Romagna, mosaico di vita” (Editrice Lariana/Civiltà del Bere), un libro scritto a più mani che sintetizza gli elementi valoriali caratteristici-unificanti della Romagna e ne coglie aspetti identitari che differenziano tra loro i territori e i vini. Un libro volutamente di taglio divulgativo sulla Romagna e i suoi vini, con una sezione speciale di approfondimento sui Sangiovese delle Sottozone, che ha l’ambizione di divenire un testo capace di accompagnare il lavoro delle aziende vitivinicole di qui ai prossimi anni, costituendo la base di quel racconto comune sul nostro territorio la cui mancanza era il vero tallone d’Achille della narrazione regionale.
Il libro è stato presentato nei giorni scorsi (n.d.r. lunedì 30 gennaio a Faenza) alla presenza degli autori, tra i quali lo scrittore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli, che ha firmato la prefazione del volume, e il noto giornalista enogastronomico Daniele Cernilli, che ha curato tutta la parte tecnica e informativa dedicata ai vini e alle sottozone.
Menzione particolare per Marisa Fontana, che ha curato l’approfondimento sui vitigni tipici romagnoli e contribuito in modo determinante a cucire insieme i contenuti di: Andrea Padovani, Beppe Sangiorgi, Gian Gaspare Zuffa, Stefano Marabini, Carla Scotti, Giovanni Nigro, Ilaria Filippetti, Alessandro Torcoli ed Elena Erlicher.
In evidenza due camei, l’affettuoso libero tributo alla Romagna di Gianni Morandi, appassionato estimatore del nostro Sangiovese, e un’intervista a chef Max Mascia sul bi-stellato ristorante San Domenico di Imola, icona d’eccellenza che propone quotidianamente l’ottima enologia regionale.
«Troverete questo libro inusuale rispetto ai libri editi da un Consorzio, normalmente rivolti ad un pubblico di specialisti - sottolinea Ruenza Santandrea, Presidente del Consorzio Vini di Romagna - Abbiamo voluto rivolgerci a tutti coloro che amano il vino e sono curiosi di scoprire la storia dietro i vini, il territorio da cui provengono, i suoli, ma abbiamo anche voluto raccontarvi le persone, che sono il fulcro di ciò che trovate nel bicchiere, riprendendo la storia della nostra regione, le tradizioni, il legame con la gastronomia, i personaggi, la cultura, i borghi, le rocche, perché era necessario mostrare una Romagna che va oltre la simpatia, il ballo liscio, la riviera, la piadina e il Sangiovese. Volevamo aprire alla meraviglia per quella Romagna che non t’aspetti».
Il libro (226 pagine, ricco di foto inedite tratte dall’archivio del Consorzio e scattate da Lido Vannucchi e Maurizio Magnani) tiene insieme in sintesi e con rigore e piacevolezza, anche per lettori non specialisti, la storia, l'identità e la tradizione romagnola con la vitivinicoltura che si è consolidata nel tempo e che ora si rinnova per comunicarsi meglio al mondo. La sezione centrale è dedicata alle sottozone, con un excursus geo-pedologico e sulle tipologie dei vini che la precede, individuando i caratteri dei vini di sottozona in funzione dei suoli che li esprimono e della loro origine.
«La Romagna» scriveva il giornalista Guido Nozzoli «è una terra senza confini, che non si riconosce dai boschi, dai monti, dai fiumi, dal clima, ma dalla gente e dalle sue abitudini. Non una regione geografica, dunque, ma una regione del carattere, un’isola del sentimento. Un pianeta inventato dai suoi abitanti»